I LUOGHI DELLA PIETRA
«Neglette, e quasi molli in ampia massa,
le pietre a Lecce crea l’alma Natura:
ma poiché son rescise, in loro passa
virtute, che le pregia, e che l’indura:
mirabili a vederle, ò se vi si lassa
scelti lavor la dedala scultura,
ò se ne fanno i dorici Architetti
gran frontespitij con superbi aspetti. »
(Ascanio Grandi, I fasci sacri, 1635)
La pietra leccese (in dialetto leccisu) è una roccia calcarea tipica della regione salentina nota soprattutto per la sua facilità di lavorazione. Scriveva il filosofo George Berkeley nel 1700 « In nessun’altra città ho visto tante porte, finestre, logge, pilastri, balaustre tutte di pietra. La pietra qui si lavora con facilità».
Nota sin dall’antichità, nella Terra d’Otranto si ritrova si ritrovano dolmen, menhir, statue e costruzioni romane fabbricati in leccisu. I suoi primi studi geologici risalgono alla seconda metà del XVI secolo, ma si deve a Gian Battista Brocchi, nel suo studio sulla configurazione geologica salentina (1818), l'identificazione, la prima datazione (fra Secondario e Terziario) e l'origine del nome della pietra leccese.
Sono quattro le principali aree della regione Puglia in cui si concentra l’estrazione delle pietre naturali, tutte diverse per paesaggio e tipologia di materiale estratto: Apricena, Trani, Fasano-Ostuni e Lecce.
Nel bacino di Apricena, provincia di Foggia, si estrae una delle pietre più apprezzate al mondo per bellezza e versatilità, con tonalità di colore tra il beige e il rosato e caratterizzata da frequenti venature.
Nel bacino di Trani si estrae invece una pietra più compatta resistente, con venature serpeggianti più o meno evidenti.
Nel bacino di Fasano-Ostuni si estraggono due tipi di pietra: la pietra di Fasano, caratterizzata da una tipica venatura rossa e la pietra di Ostuni dal colore bianco avorio è apprezzata per la sua morbidezza e compattezza. Emblema della bellezza di questa roccia è Ostuni, la città bianca della Puglia.
Infine, nel bacino di Lecce si estraggono due tipologie di materiali: la pietra leccese, particolarmente morbida e duttile e il carparo invece più duro e resistente. Grazie alla presenza di argilla sono entrambe facili da lavorare anche con le mani. Queste rocce sono protagoniste dei maestosi decori del barocco leccese ed oggi scelte per progetti di architettura in tutto il mondo.