IL PALAZZO DEL SEMINARIO

Piazza del Duomo, il cuore del centro storico di Lecce, ospita l’antico Palazzo del Seminario che custodisce la Chiesa più nascosta del barocco leccese, piccolo capolavoro di pietra leccese che sfugge alla maggior parte dei turisti. Il palazzo fu costruito tra il 1694 e il 1709 in stile barocco leccese, commissionato dal vescovo Michele Pignatelli all’architetto Giuseppe Cino.

La facciata del Palazzo del Seminario Vescovile è ripartita in tre piani, impreziosita dalle finestre sontuosamente ornate con la morbida e dorata pietra leccese. Il suo ingresso ospita sulle pareti laterali otto busti in pietra leccese che raffigurano Sant’Atanasio, San Tommaso D’Aquino, San Girolamo, Sant’Ambrogio, San Giovanni Crisostomo, San Bonaventura, Sant’Agostino e San Gregorio. Al primo piano si trova il “Museo diocesano” e la “Biblioteca Innocenziana”, così chiamata dal nome assunto dal papa Innocenzo XII che era vescovo della città. La biblioteca contiene oltre diecimila volumi.

All’ombra di uno dei bracci del chiostro si apre la piccola cappella privata del seminario dedicata a San Gregorio Taumaturgo. La sobrietà dell’ambiente appare quasi ravvivata dalla decorazione barocca che arricchisce l’altare maggiore e i due altari laterali dedicati a Sant’Irene (a destra) e a San Vincenzo (a sinistra).

Al centro del suggestivo cortile quadrangolare, su un basamento di tre gradini, si erge l’artistico pozzo in pietra leccese “a baldacchino”, detto “Vera Ovale”, eseguito nel 1709 dal Cino, adornato con ramoscelli e foglie di pietra della specie dell’acanthus spinosus, raspi d’uva, angioletti e ghirlande. Sulla vera, di forma ovale, girali vegetali si alternato a motivi legati all’acqua, evidente richiamo alla funzione stessa del pozzo. La conformazione del pozzo risulta sollevata di quattro livelli rotondi fastosamente guarniti e termina con delle testine di angeli che sostengono l’arco decorato con festoni di frutta e puttini su cui domina la statua di sant’Irene, antica patrona della città.

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