L'esaltazione massima della pietra leccese si ha nel Barocco, in cui la sua scarsa durezza suggerì un ampio e diversificato utilizzo per costruire colonne, capitelli, basi, cornici, statue, sepolcri, epitaffi, fregi architettonici. Nacque nel Salento una tradizione di abilissmi scalpellini, capaci di intagliare la pietra con sorrendete abilità. Il termine "Barocco" è stato coniato nel corso del '700 per indicare lo stile delle "forme che volano" e per contrapporre l'esagerazione del Seicento alla sobrietà razionale dell'illuminismo settecentesco. Assume, infatti, sfumatura negativa per la probabile etimologia portoghese (Barocco = perla irregolare). Il Barocco leccese si agganciò al Rinascimento, periodo in cui ci fu l'esplosione dell'arte romantica e in cui si alternano dinastie e dominazioni che lasciarono i segni della loro civilità, e su quest'ultime si innescò il Barocco leccese; un Barocco nuovo e originale sorto da una cultura profondamente radicata nel popolo di Terra d'Otranto fin dal medio - evo e non del tutto immune ai caratteri del Rinascimento.
Lecce, e non solo, è un esempio di città barocca. Essa conserva un complesso unitario di tesori artistici che le danno un volto inconfondibile.
"Firenze del Barocco"la definì uno storico tedesco, mentre uno scrittore francese annotava: " Lecce... è tutta una scultura e una leggiadria... Le chiese hanno facciate artisticamente parate... I drappi ondeggiano, gli angoli aprono le ali...".