IL CASTELLO CARLO V DI LECCE
Il castello di Lecce, interamente costruito in pietra leccese, sorge sul tracciato orientale della cinta muraria, ed è conosciuto comunemente come “Castello Carlo V”. Il nucleo medievale del castello è ancora oggi pienamente riconoscibile nell’impianto conservatosi all’interno della cortina bastionata, costituito da due torri quadrangolari in pietra leccese, poste agli angoli nord-est e sud-est del cortile, e in alcuni tratti di muratura conservati in elevato lungo il lato occidentale, alle spalle della cappella di Santa Barbara. Durante i lavori di restauro dell’ala sud della corte interna del castello fu individuato un grande ambiente ipogeico riempito, prima della sua definitiva chiusura avvenuta nel XIX secolo, con centinaia di reperti lo studio dei quali ha permesso di retrodatare la struttura castrense almeno all’età angioina.
La torre è a pianta quadrangolare e si sviluppa su tre piani; al piano seminterrato sono collocate le prigioni, oggetto di indagini archeologiche tra il 2004 e il 2005. L’ambiente delle prigioni è diviso al centro da un spesso muro di spina disposto, caratterizzato da due aperture convergenti su un possente pilastro centrale. Le indagini archeologiche all’interno della Cappella dedicata a Santa Barbara, edificata lungo il lato occidentale del cortile interno del castello, sono state avviate in seguito al rinvenimento di numerose tracce archeologiche al di sotto del piano pavimentale dell’aula, emerse durante i lavori di restauro. Lo scavo ha restituito i resti del fronte occidentale del castello così come doveva essere durante il periodo angioino-aragonese. Al centro della cappella sono stati rinvenuti due possenti strutture murarie, sempre in pietra leccese, a delimitazione dell’ingresso principale del castello oltre il quale, sul lato occidentale si trovavano il ponte levatoio e il fossato.
Nella corte interna si conservano i resti più antichi del castello di Lecce. Nel Quattrocento la realizzazione di un pozzo e del pavimento costituito in parte da un battuto di tufina e in parte da basoli rettangolari, avvenne attraverso l’abbattimento e la rasatura delle strutture murarie del vecchio castello, cadute in disuso e divenute parte della pavimentazione nella quale sono chiaramente leggibili. Risulta però, abbastanza evidente, che l’orientamento dei muri intercettati è parallelo ai lati nord ed est del castello medievale, dove si trovano il porticato, la galleria, probabilmente utilizzata come stalla, e la torre “magistra”. Negli strati più antichi finora intercettati si riconoscono ceramiche invetriate monocrome di produzione siciliana.
Nel piano interrato del castello si conservano le gallerie, imponenti strutture militari costruite nel Cinquecento che fungevano da collegamento tra i bastioni angolari. Quest’ultima, lunga circa 84 m, con un’altezza originaria stimabile attorno ai 7 m e coperta da un’unica volta a botte a sesto ribassato in pietra leccese, leggermente sghemba, dopo il periodo d’uso, viene progressivamente riempita con materiali di risulta diventando una sorta di immondezzaio del castello sovrastante. Non è escluso che già alla fine del XVI secolo, forse poco dopo la battaglia di Lepanto (1571), possa aver preso avvio questo processo di sostanziale abbandono di entrambe le gallerie a favore di un suo utilizzo per lo smaltimento dei rifiuti, come testimoniano i numerosi reperti ceramici. La struttura è in parte scavata nella roccia, sfruttando il letto del fossato medievale, e in parte costruita in muratura. Durante i lavori è stato praticato un saggio di approfondimento che ha permesso di accertare la presenza del fossato medievale e di alcuni strati di riempimento datati da materiale ceramico ben stratificato al XIV secolo. L’analisi delle pareti tagliate nella roccia e delle strutture in negativo in esse visibili ha permesso una prima ricostruzione dell’andamento del fossato sia lungo il lato ovest, sia lungo quello est.