IL TRATTAMENTO DELLA PIETRA LECCESE COME FORMA DI PREVENZIONE

Allo scopo di rallentare e ridurre gli effetti del degrado sulla pietra leccese, negli ultimi anni si è fatta strada la cultura della protezione attraverso trattamenti chimici da applicare ad ogni tipo di superficie, sia essa pietra leccese o carparo.

La funzione primaria di un protettivo è quella di impedire l’ingresso dell’acqua, in quanto il protettivo può riempire spazi altrimenti permeabili ma soprattutto riduce l’idrofilia delle pareti dei capillari ed aumenta la tensione superficiale diminuendone la bagnabilità, e degli agenti da essa veicolati (in particolare i Sali) nel materiale, creando uno schermo contro gli inquinanti atmosferici capace di proteggere senza alterare le caratteristiche originarie del materiale.

Impedire l’ingresso dell’acqua nella pietra leccese significa, infatti, non solo prevenire reazioni di tipo fisico e chimico, ma anche evitare l’introduzione e il trasporto di prodotti inquinanti aggressivi.

La funzionalità di questi trattamenti è fortemente condizionata dalle caratteristiche del supporto sul quale vengono applicati: composizione chimica e mineralogica, struttura, tessitura, porosità ed eventuali discontinuità fisiche.

Tra queste la porosità è sicuramente la caratteristica che condiziona maggiormente il comportamento dei protettivi.

Il trattamento deve essere effettuato su materiale asciutto e pulito. La prima fase del trattamento è il lavaggio. Questa fase ha il duplice scopo di asportare le sostanze improprie del pavimento e di esaltare la sua porosità affinchè riacquisti il colore e l’aspetto proprio e possa accogliere più in profondità i prodotti di trattamento.

La presenza di umidità ostacolerebbe l’ingresso del protettivo in profondità. All’esterno è auspicabile effettuare il trattamento nelle stagioni asciutte, prevalentemente al mattino o nel tardo pomeriggio.

Sempre all’esterno è consigliabile per le pavimentazioni e per i rivestimenti in pietra leccese, limitatamente alle zone a rischio di risalita, ovvero fino a 80 cm di altezza pretrattare il materiale prima della posa in opera, al fine di proteggerlo da tutti i lati e scongiurare eventuali fenomeni di risalita.

In questo modo si avrebbero una serie di vantaggi:

1) In fase di montaggio, il lavoro del posatore sarà agevolato, perché la fuga non sporcherà la superficie;

2) In fase di stagionatura, i fenomeni di risalita saranno assenti e di conseguenza non si formeranno subflorescenze e/o efflorescenze;

3) Nelle zone a rischio di gelo, aumenterà indirettamente la resistenza del materiale;

4) Si attenueranno i rischi di contaminazione microbiologica (muffe, muschi, licheni), che comportano un’alterazione cromatica del supporto, come annerimenti.

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