ÁLVARO SIZA
Siza ha mantenuto una consistente produzione di opere del più alto livello, senza tuttavia mostrare la minima traccia di quel palese professionalismo e dell'autopromozione che sono ormai diventati parte del meccanismo dell'architetto contemporaneo. Mentre sembra andare nella direzione opposta rispetto al resto della categoria, in realtà pare essere sempre davanti a tutti, apparentemente non toccato e non intimorito dalle sfide pratiche e intellettuali che pone a se stesso.
Siza, il cui stile viene spesso chiamato di "modernismo poetico" per la capacità di introdurre elementi creativi ed emotivi in un approccio decisamente moderno e originale ai progetti, è l'architetto più rappresentativo della cosiddetta "scuola di Porto", che era rimasta confinata all'interno del Portogallo almeno fino alla fine del regime autoritario di Antonio Salazar nel 1974. Molti dei suoi lavori sono a Porto e Lisbona (il ripensamento del quartire del Chiado è stato la ragione del premio Pritzker) ma a partire dagli anni novanta i suoi progetti sono stati richiesti e realizzati in tutto il mondo. Il sito del Pritzker Architecture Prize" ha selezionato alcuni suoi lavori considerati più significativi: tra questi sono citati il ristorante di Boa Nova, a Matosinhos (Portogallo , 1963), la Piscina Leca, a Palmeira (Portogallo, 1966), il Centro de Art gallego, a Santiago de Compostela (Spagna, 1993) e la Facoltà di architettura di Porto (portogallo, 1993). E' molto noto il suo condominio a Berlino che un graffito battezzò poi in eterno "Bounjour Tristesse".
Nel maggio 2013 l'architetto Hugo Oliveira ha fatto un'intervista a Siza per la rivista Archidaily, pubblicata con i titoli The obsolescence of a building, in cui i due discutono soprattutto di una delle caratteristiche più importanti del lavoro di Siza, cioè quella del rapporto tra il tempo e la funzionalità di una struttura. Negli ultimi anni, dice Siza, c'è sempre più la tendenza a progettare e terminare un edificio nel più breve tempo possibile, facendo sì che la struttura duri soltanto fino a che è necessaria a svolgere la sua funzione originale, quella per cui era stata progettata. Il convento, disse Siza, è forse il miglior esempio di una tipologia di struttura che è invece sia funzionale allo scopo che flessibile ad altri usi.
Dice ancora la motivazione del premio veneziano:
Sviluppando un linguaggio architettonico tutto suo, sembra parlare a tutti noi. Mentre la sua opera emana sicurezza di giudizio, essa risulta chiaramente potenziata da prudente riflessione. Mentre siamo abbagliati dalla luminosità dei suoi edifici, avvertiamo tutta la loro consistenza.