IL CARPARO

Il Carparo, genericamente definito "tufo" è una pietra calcarenitica, derivante dalla cementazione di sedimenti di roccia calcarea, generalmente in ambiente marino. Secondo la qualità e la dimensione dei grani elementari, della qualità del legante naturale (calcite) e della porosità finale, la calcarenite assume diversi aspetti esterni e differenti capacità geotecniche. Nei luoghi di affioramento la calcarenite può presentare caratteristiche omogenee tali da dare inizio ad un'attività estrattiva per l'impiego in edilizia. Secondo l'uso che se ne fa in edilizia si distinguono quattro famiglie principali di calcareniti o tufi calcarei:

  • la pietra mazzara, bianca, bruna, giallastra, tenacissima ma difficilmente lavorabile con l'utensile tradizionale.  In genere non viene cavata se non accidentalmente;
  • la pietra carpara, gialla, è difficilmente segabile, lavorabile solo con ascia e scalpello. La Puglia è ricca di queste cave, la cui pietra è ricercatissima per lavorazioni ed oggettistica artistica;
  • la pietra tenera, detta propriamente tufo, bianca, tenerissima, facilmente lavorabile. Le cave più importanti nel Salento sono quelle ipogee di Cutrofiano e quelle nel tarantino di Fragagnano;
  • la pietra leccese, una calcarenite formata da granuli finissimi ben cementati, marnosa, che presenta le eccellenti, proprietà di scalpellatura all'origine dell'ostentato decoro del barocco leccese e viene anche usata per le coperture degli edifici.

Tutto quello che non è tufo, pietra leccese o mazzaro è carparo. Presenta caratteristiche meccaniche molto buone.

È molto usato nel Salento, per la costruzione di case. Per la buona resistenza all'erosione e la buona impermeabilità è usato anche per chiese e palazzi, o muri isolati, che spesso restano con la faccia vista del carparo senza ulteriore intonacatura.

Esistono vari macchinari che, effettuano proprio questo lavoro di lasciare il muro a facciavista, è un lavoro molto richiesto. La pietra calcarea o carparo, è molto resistente e molto efficace contro gli agenti atmosferici come vento, piogge infatti grazie alla sua conformazione conferiscono alle varie facciate esterne una totale impermeabilità.

Nei primi anni di questa attività, i lavoratori si recavano a lavoro a notte fonda perchè le temperature, soprattutto nei periodi estivi, dopo circa le 10:00 in queste miniere all'aperto di tufi, arrivano sino a 45° C, che per i lavoratori cha lavorano a forza di braccia era molto faticoso, il primo cavamonte che arrivava dava il segnale di inizio lavori dando un colpo di piccone nella roccia così il rumore si trasmetteva come un tuono per tutta la cava con il suo eco e così tutti gli operari iniziavano a lavorare. Ora i macchinari aiutano un pò l'estrazione di questa pietra molto richiesta nella nostra zona per costruire edifici.

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