IL CASTELLO D'OTRANTO

Una tra le fortificazioni in pietra di Cursi più belle e affascinanti del Salento è il Castello Aragonese di Otranto.

La sua popolarità è legata alla storia secolare della città, al suo memorabile e terribile assedio del 1480 e al sacrificio dei suoi 800 martiri che persero la vita sotto l’attacco turco.

Prima del 1400 la città di Otranto era protetta dagli attacchi nemici soltanto da un muro di cinta rinforzato da cento torri perimetrali, alcune delle quali erano state costruite in epoca romana. Successivamente il sistema difensivo fu rafforzato da Federico II di Svezia nella contesa della Terra D’Otranto con i Bizantini. Un’antica pianta relativa alla costruzione di queste antiche mura è custodita nell’archivio storico comunale della città.

Attualmente il Castello di Otranto è considerato una tra le più grandi e maestose costruzioni in pietra leccese di Terra D’Otranto. Il Castello d’Otranto fu fatto costruire da Ferdinando D’Aragona tra il 1485 e il 1498, e successivamente rafforzato da baluardi esterni durante la dominazione spagnola. Il Castello di Otranto sorge lungo la costa adriatica e si presentava a forma di quadrilatero (trapezio rettangolo), con ai vertici quattro Rondelle (torri circolari), a ridosso sul mare e circondato da un ampio e profondo fossato ancora visibile. Le sue mura difensive furono rinforzate da tre torrioni a pianta circolare e da un bastione a punta di lancia posti su una pianta pentagonale irregolare. La facciata principale presenta in alto gli stemmi di Carlo V e del vice re don Pedro da Toledo, mentre sulla torre a destra dell’entrata, in alto, è visibile lo stemma di Pietro Giron, vice re di Napoli dal 1581 al 1586. Entrando nel Castello di Otranto, sulla volta del salone d’ingresso si nota una feritoia stretta e lunga, dalla quale veniva calato in passato il portone in ferro. I piani superiori sono raggiungibili da una scala esterna posta nel cortile interno del castello.

All’inizio del Cinquecento, in seguito alla terribile invasione turca, il sistema difensivo fu ulteriormente migliorato grazie all’intervento in loco degli architetti e degli ingegneri militari più importanti del tempo.

All'esterno del quadrilatero originario si sviluppano due ambienti, certamente tra i più rappresentativi dell'intera struttura: le sale triangolare e rettangolare.

La sala triangolare fu generata dagli ampliamenti di metà '500, quando fu aggiunto all'esterno il bastione tra le due Rondelle. Particolarmente suggestiva è la copertura a volta di questa sala definita dall'intersezione di tre unghie di padiglione in pietra carparo che seguono la particolare forma in pianta del locale.

La Cappella al piano terra si presenta parzialmente affrescata e contiene al suo interno varie cornici ed epigrafi.

Al di sotto del piano terra si sviluppa un intrigo di cunicoli, gallerie e piccoli ambienti, che definisce il sistema dei "sotterranei". Si tratta di ambienti di grande valore storico, molto suggestivi, rimasti immodificati sin dalla loro costruzione, risalente al primo impianto di fine '400. Solo alcuni percorsi hanno subito, con il perfezionamento delle armi da fuoco, nel '500, piccole trasformazioni e ampliamenti.

I sotterranei sono il luogo in cui diventa più facile leggere le differenti fasi che hanno caratterizzato la costruzione del Castello: il primo impianto di fine '400, le fodere e i rinforzi delle cortine e di alcune rondelle di inizio '500, l'aggiunta del bastione triangolare di metà '500 e, infine, la realizzazione del puntone verso mare di fine '500.

Attraverso una scala in pietra leccese coperta e una scala esterna, sempre in pietra leccese o di Cursi, si può raggiungere il ballatoio del primo piano, che garantisce l'ingresso ad una serie di ambienti che ricalcano in grandi linee posizione e impostazione del piano terra.

Da questo livello si accede, però, all'interno delle tre rondelle ancora oggi presenti agli spigoli.

Nel cuore delle rondelle, protette da una spessa cortina esterna, sono presenti ambienti a pianta circolare, coperti da cupole emisferiche in pietra carparo, in cui erano collocate bombarde e cannoni orientati verso bocche di fuoco comunicanti con l'esterno.

Sulle coperture sono presenti i percorsi di ronda, protetti da muri molto spessi con feritoie per la disposizione di cannoniere.

Verso il 1577 Giovanni Tommaso Brancaleone, regio precettore di Terra D’Otranto, ordinò nuovi restauri del Castello.

Oggi il Castello di Otranto è aperto al pubblico, regalando così ai suoi visitatori la possibilità di ammirare l’architettura del tempo.

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