PIETRA LECCESE tecniche di restauro
La pietra leccese, interessata dai processi degenerativi a causa fisica, chimica o biologica, può essere restaurata dopo un attento studio che accerti le cause determinanti la sua degenerazione.
La pietra leccese, interessata dai processi degenerativi a causa fisica, chimica o biologica, può essere restaurata dopo un attento studio che accerti le cause determinanti la sua degenerazione.
Intorno al 1600 si iniziò un periodo di importanti costruzioni che si protrasse sino al 1720 e che fece di Lecce un esempio singolare di città barocca. Essa conserva un complesso unitario di tesori artistici che le danno un volto inconfondibile. “Firenze del Barocco” la definì uno storico tedesco, mentre uno scrittore francese annotava: “Lecce… è tutta una scultura e una leggiadria… Le chiese hanno facciate artisticamente parate… I drappi ondeggiano, gli angoli aprono le ali…”.
L'esaltazione massima della pietra leccese si ha nel Barocco, in cui la sua scarsa durezza suggerì un ampio e diversificato utilizzo per costruire colonne, capitelli, basi, cornici, statue, sepolcri, epitaffi, fregi architettonici.
Nacque nel Salento una tradizione di abilissimi scalpellini, capaci di intagliare la pietra con sorprendente abilità.
Uno degli impieghi ai quali è destinata la pietra leccese coltivata nei bacini di Cursi e Melpignano è la produzione di lastre per pavimentazione e, in special modo, di quelle per pavimentazioni solari.
Questo impiego che risale ad epoca molto remota è dovuto a diversi fattori: l’economicità del materiale, la facilità della messa in opera, la durata secolare, la facilità di manutenzione.